Passato remoto e passato prossimo: la differenza
passato remotoStabiliamo allora qual è la differenza tra questi due tempi verbali del modo indicativo e quando si deve usare l’uno o l’altro. Il passato remoto è usato per indicare fatti considerati avvenuti in un passato oramai lontano e privo di rapporti con il presente, inteso come il momento in cui si parla o si scrive. Il passato prossimo è invece un tempo verbale che indica fatti che continuano ad avere un’influenza di qualche tipo sul presente. Insomma: nella scelta dell’uso conta non tanto la distanza temporale del fatto, ma la distanza psicologica percepita da chi parla o scrive.
Anche se, in modo improprio, solitamente si dà per scontato che eventi lontani nel tempo siano distanti anche psicologicamente – e quindi si è portati a usare il passato remoto –, mentre eventi vicini abbiano un maggior coinvolgimento psicologico – e quindi si è spinti a usare il passato prossimo per descriverli.
passato prossimoLa conseguenza di quanto detto sopra è che la scelta tra l’uso del passato prossimo e quello del passato remoto non è facile, soprattutto in alcune situazioni. In effetti, esistono circostanze in cui è corretto usare il passato prossimo anche se i fatti si sono svolti in epoche remote.
Facciamo un esempio. “Alessandro Manzoni nacque in Lombardia” è una frase che non comporta nessuna conseguenza oggi..MA .... "le opere di Alessandra Manzoni hanno insegnato a molti " è una frase che ha conseguenze anche nel presente perché le opere del Manzoni continuano a essere significative e a insegnare anche oggi.