Silvia
Una goccia - racconto di Dino Buzzati Quando si dice la goccia che fa traboccare il vaso. In un periodo storico così difficile mi sembra che di gocce ce ne sono state tante e l’acqua ha straripato altro che traboccare. Ma io mi ostino a pensare che leggere fa riflettere e può far accendere quel lumino nelle nostre teste che … succede di rado ma a volte succede … proprio in quel momento in cui si capisce qualcosa che non si è capito per anni. Io vorrei che le nostre tasse servissero a fornire servizi a tutti e non fossero interpretate dai poveri come assistenza sociale e che non fossero usate dai ricchi per fregare i poveri, io vorrei che i potenti smettessero per un po’ di mangiare e facessero rifiorire il pianeta, quel tanto che basta per dare sollievo a tutti, anche ai loro figli, io vorrei lavorare serenamente e guadagnare quel tanto che basta per far fare una vita serena ai miei figli, vorrei regalare loro una vita allegra, ecologica e istruita ma non è così e in questi anni bui si diffonde paura e fame, paura e fame … ma paura e fame si diffondono come la peste, come il virus hiv, come il morbillo e prima o poi tocca anche a loro e se non capiscono questo. Per esprimere questa mia brutta sensazione ho scelto di consigliare la lettura di un racconto di Dino Buzzati: Una goccia. Una goccia, una sola, di notte, piano piano, solitaria, instancabile sale le scale, uno scalino dopo l’altro, non scende con tutte le altre ma sale le scale, da sola, inesorabile e tutti temono, tutti si chiedono, tutti ipotizzano … ma è solo una goccia che sale le scale. [citazione dal racconto di Dino Buzzati] [...] Ma chi gli dice che nelle prossime notti la goccia riprenderà il cammino dal punto dove era giunta l’ultima volta, o piuttosto non ricomincerà da capo, iniziando il viaggio dai primi scalini, umidi sempre, ed oscuri di abbandonate immondizie? No neppure loro possono ritenersi sicuri. [...] Al sole del mattino l’uomo è forte, è un leone, anche se poche ore prima sbigottiva. [...] Noi del resto, che prima non sentivamo niente e ci si teneva esenti, da alcune notti pure noi udiamo qualcosa. La goccia è ancora lontana, è vero. [...] A noi arriva solo un ticchettio leggero, flebile eco attraverso i muri. Tuttavia è segno che essa sta salendo e si fa sempre più vicina.
11 sept. 2013 21:00