Câerano una volta una volpe e una cicogna che si consideravano buone amiche.
Un giorno la volpe invitĂČ a pranzo la cicogna; per farle uno scherzo, preparĂČ della minestra e la servĂŹ in due vassoi piatti: la volpe riusciva a leccare con facilitĂ la minestra nel suo vassoio, mentre la cicogna riusciva a malapena a bagnare la punta del becco nella minestra.
âNon ti piace la minestra?â chiese la volpe alla sua amica. âĂ buonissima, non preoccuparti; anzi, Ăš cosĂŹ buona che son giĂ saziaâ.
Qualche giorno dopo, la cicogna ricambiĂČ lâinvito: voleva restituire lo scherzo alla volpe. Arrivato il giorno del pranzo, imbandĂŹ la tavola ma mise tutti i cibi in vasi dal collo lungo, come quelli che si usano per i fiori. La cicogna infilava il suo lungo becco nei vasi, gustandosi i manicaretti prelibati che aveva preparato. La volpe, invece, per quanto provasse ad infilare il muso e ad allungare la lingua, rimase a bocca asciutta.
âNon ti piace il pranzo che ti ho preparato?â chiese la cicogna. âFigurati, Ăš delizioso. CosĂŹ buono che sono giĂ saziaâ rispose la volpe. E cosĂŹ la cicogna si vendicĂČ dellâamica burlona.
Morale della favola: Chi la fa, lâaspetti.