Ciao! Molto interessante la tua domanda.
Innanzitutto chiariamo una cosa: se si usa il verbo 'dispiacere' senza dire 'a chi' quella cosa dispiace, l'infinito che segue è SENZA 'DI':
'Dispiace vedere cose simili',
'dispiace sapere che un bambino soffre'.
Se invece si esprime la persona a cui dispiace (spesso con un pronome come MI, TI, GLI, ecc.):
1) si usa di solito 'DI' per esprimere il dispiacere per 'UN FATTO':
'MI dispiace DI doverlo fare' (che io 'DEBBA FARLO', cioè che io abbia il dovere di fare una certa cosa, è un fatto),
'MI dispiace DI averti fatto del male' (che io ti 'ABBIA FATTO DEL MALE' è un fatto, è una cosa che è successa),
'MI dispiace DI essere così sbadato' (che io 'SIA SBADATO' è un fatto, io so di esserlo).
2) NON si usa di solito 'DI' per esprimere il dispiacere per 'UN FATTO POTENZIALE, IPOTETICO':
'MI dispiace essere scortese con la gente, per questo mi comporto sempre in modo educato': che io 'SIA SCORTESE
CON LA GENTE' non è un 'fatto': io non lo sono, e il solo pensiero di esserlo mi dà dispiacere, cioè non desidero esserlo.
In effetti questo modo di usare 'dispiacere' senza il 'DI' che precede l'infinito indica un 'DESIDERIO': desiderio di fare
o non fare qualcosa, o desiderio che altri la facciano. Per esempio:
'LE dispiacerebbe aspettare fuori?' (è una domanda 'retorica' che significa 'IO DESIDERO che tu aspetti fuori').