Riporto un piccolo paragrafo del testo di gramamtica intitolato: " La crisi del congiuntivo"
Nell'italiano contemporaneo il congiuntivo è in crisi: incalzato dall'indicativo, che mira a usurparne il posto, esso è in lenta ma inesorabile decadenza. Il parlante, infatti, sempre più spesso dice: "Non so quanti chili di ciliegie hanno comprato". E fin qui niente di grave, giacché ormai, nelle interrogative indirette, l'indicativo, che insiste sulla realtà dell'azione, è usato sempre più spesso del congiuntivo, che invece sottolinea l'incertezza implicita nel dubbio. Più grave, invece, è il caso in cui l'indicativo sostituisce il congiuntivo in frasi come "Mi sembra che Maria è già partita" o "Credo che Paolo è tornato". In queste frasi, infatti, l'indicativo, che è il tempo della certezza e della sicurezza, fa letteralmente a pugni con i verbi reggenti mi sembra e credo che, invece, esprimono opinione, incertezza e dubbio e che, quindi, vorrebbero il congiuntivo. Insomma: una cosa è dire "So che hai detto la verità" e un'altra è dire "Credo che tu abbia detto la verità". L'importanza del congiuntivo e del suo uso corretto è evidente proprio se si tiene conto del diverso valore dell'indicativo, che è il modo della certezza, e del congiuntivo, che è il modo del dubbio e dell'opinione. Si veda, per esempio, la differenza di significato che esiste tra le seguenti frasi e che è tutta affidata all'opposizione indicativo/congiuntivo: "Dicono che le pesche sono ormai mature" (chi parla accetta l'opinione altrui come un dato di fatto e, quindi, considera la cosa sicura) / "Dicono che le pesche siano mature" (chi parla non è personalmente convinto della cosa e la presenta in modo dubitativo, lasciando ad altri la responsabilità dell'affermazione).