Parole con radici simili ma significati differenti: egregio e gregario
L’italiano, come molte altre lingue neolatine, include una grande quantità di parole derivanti dal latino (ma non solo: ad esempio ecco alcune parole con origine germanica: birra, francobollo, guarnire; con origine araba: algebra, almanacco, cotone; con origine dal greco antico: semaforo, telefono, ippodromo; con origine dal persiano: azzurro, scarlatto, spinaci).
Tra le tante parole presenti oggi ne analizziamo due che, sebbene molto differenti tra loro nell’uso e nel significato, presentano una radice comune.
La prima di esse è “egregio”. Parole che, già nell’etimologia, stabilisce il suo significato: dal latino: 'egregius' composto di ‘e’ fuori e ‘grex’ gregge: che esce dal gregge. Il suo significato quindi, dovrebbe essere (almeno in teoria) quello di persona che si distingue dall’ordinario e ha pregi particolari. Sarà giusto dire quindi che Picasso è stato un egregio artista e meno corretto definire egregio uno scrittore qualunque il cui stile non si distingue poi da quello degli altri.
La parola ‘gregario’, all’opposto di ‘egregio’ (dal lat. gregarius, der. di grex gregis «gregge»; propr. «del gregge, che fa parte del gregge»] indica invece colui che fa parte del gregge e quindi che segue le indicazioni dei superiori senza avere spirito di iniziativa. Potremo definire 'gregario' un certo giocatore che non ha mai iniziativa ma non un fuoriclasse che grazie alle sue azioni fa brillare la squadra.
Appare evidente adesso che, chi è gregario, difficilmente sarà egregio proprio perché il significato dei due aggettivi anche se provengono dalla stessa parola latina, non coincide.
E voi lo sapevate?