Ciao, Svetlana. Molto bello il libro della Maraini che hai letto. Arianna ha ragione: non usiamo quest'espressione. Se però teniamo presente che "fare la parte di" significa interpretare, impersonare (in teatro e non solo...), possiamo dedurre che la Maraini voglia rinforzare il concetto di essere "fuori posto" nella "recita" della vita quotidiana, cui lei non sentiva di appartenere. Come se, appunto, stesse recitando una "parte" che non è la tua. Scrive la Maraini: "Allora ti guardi i piedi e pensi: speriamo che non mi notino, perché se mi vedono, mi cacciano."