Questo mi interessa, infatti, solo perchè indica che uno studente non ha ancora trovato la fonte d’energia autonoma e naturale in se stesso con cui diventa naturalmente curioso e felice di saperne di più. Forse parlo del mio caso speciale come insegnante di inglese e del violino in Siria. Qui i curricula scolastici, mi sembra, sono fatti che lo studente non riuscirebbe a passare gli esami (e questo è la più importante cosa) senza troncare i suoi modi di pensare, il suo ritmo speciale, i soui talenti ed interessi.
Magari uno dei primi passi sarà in sollevare tutti i tipi di pressione dallo studente.
Aiutarlo a ritrovare la fiducia in se stesso.
Solo quando lo studente, come un essere umano, come un tutto, sarebbe rilassato e felice, ciò significa che lui è in posizione di potere sulla sua mente, la lezione o il materiale potesse essere avvicinato in un modo che gli interessa. Ma per allora, mi sento che la lezione o il materiale scolastico e l’insegnante non saranno lo stesso, e questo è, per me, l’imparare.
L’imparare che non coinvolge tutti, non è imparare; è qualcos’altro. Ma guarda intorno, sapete che? 😉