Nel linguaggio pero` facciamo un uso distinto dei due termini:
Gioco infantile per riepilogare le parole con uno straniero:
-- qual e` il contrario di nero ? (bianco)
-- qual e` il contrario di caldo ? (freddo)
-- qual e` il contrario di verde ? (domanda che non ha risposta ovvia)
-- qual e` il contrario di 'antipodi' ? (altra domanda difficile)
-- qual e` il contrario di assolutamente no ?
(/assolutamente si`/, oppure /forse si`/, dipende dai punti di vista)
-- qual e` il contrario di contrario ?
(coerente, alleato, solidale, ...)
Qui non diciamo /opposto/, usiamo il termine /contrario/.
(B e` una persona con la testa fra le nuvole, oppure non molto sveglia, come il seguente dialogo mette in luce)
(dialogo fra le rive di un fiume, con i telefonini, nella fitta nebbia della Val Padana)
A. dove ti trovi ?
B. sono sulla riva opposta del fiume, ma c'e` nebbia, e non mi puoi vedere.
A. come arrivo sulla riva opposta, c'e` un ponte, o un passaggio ?
B. sei gia` sulla riva opposta, basta che non fai nulla e ci sei, che domanda stupida che mi fai!
Nessuno userebbe qui /riva contraria/.
- Il positrone, predetto dal grande fisico francese Dirac nel 1928, dopo avere descritto l'equazione di Schrodinger nella forma relativistica, e avendone studiate
le proprieta`, ha carica opposta all'elettrone;
la scoperta definitiva della particella nel 1932 ha consolidato la teoria di Dirac.
Qui /carica contraria/ non si usa, anche se a volte si usa in Fisica
/forza contraria/, ma la forma /forza opposta/ e` preferita.