“Quando cerchi qualcuno avendo qualche necessità affettiva, ramani con il primo che incontri". Questo è un concetto che secondo me è molto realista. Se c'è una persona che non si sente bene stando con se stesso e crede anche che non c'è nessuno che voglia condividere il suo tempo con lui o lei, è molto probabile che non analizzi all’individuo che incontrerà nel futuro e quindi rimanga con qualunque. È pericoloso giacché la necessità di essere con qualcuno non fa vedere se la persona con cui si trova gli farà bene o no. Questo è comune se parliamo di relazioni di coppia. Molte si trovano in un circolo vizioso dove uno dei due fa male all’altra persona e quel che riceve questo tratto continua di solito a rimanere lì perché pensa che non troverà una persona che desideri di essere con lui. Ecco la paura alla solitudine quando c'è qualcuno con questo tipo di necessità.
Bisognerebbe iniziare la ricerca di nuove persone quando uno sa davvero quello che vuole e la necessità non gli fa restare con il primo che incontra. Se c'è una persona che non si comporta bene con qualcuno, quel che non ha nessun tipo di necessità saprà dire addio, e questa capacità cerchiamo prima di voler essere in coppia, avere degli amici o qualcosa del genere.
La soletta non è solo una delle principale cause della necessità affettiva, ma anche della depressione. Presumibilmente oggi, grazie alla digitalizzazione, dovremmo essere nell’era con i minimi casi di soletta nel mondo, e quindi dei suoi problemi associati, ma sfortunatamente ci troviamo nell’era con la maggior quantità di casi de depressione, e questo viene da alcun tempo prima della pandemia. La depressione già aveva aumentato un 20% nel mondo durante l’ultimo decennio fino l’anno 2017, secondo un articolo giornalistico pubblicato in quel anno da Infobae. È come se qualcosa nel mondo riguardando i social media non avesse funzionato così bene come si poteva immaginare, come se la digitalizzazione non ci aiutasse.