Il russo è l’ottava lingua più parlata al mondo. Sono quasi 150 milioni le persone che lo usano come lingua madre e 104 milioni come seconda lingua. È infatti la lingua ufficiale di Russia, Bielorussia, Kazakistan e Kirghizistan. Ma è diffusa anche in Ucraina, Uzbekistan e nelle ex repubbliche sovietiche. Inoltre, sorprendentemente, troviamo delle comunità di persone che parlano russo anche in Cina, in Finlandia e Israele.
Appartiene alla famiglia delle lingue slave indoeuropee ed è una delle lingue ufficiali dell’ONU (Organizzazione Nazioni Unite) e della Stazione Spaziale Internazionale.
Nonostante il periodo storico, quindi, non sorprende che il russo sia tra le lingue più studiate e più in voga.
Tuttavia, rimane una lingua molto ostica da studiare. Questo perché presenta degli aspetti, forse connessi alla mentalità russa, che sono oscuri e criptici per noi occidentali.
Imparare il russo da solo è quindi possibile? In questo articolo tenteremo di rispondere. Passeremo in rassegna prima gli aspetti facili da studiare, poi quelli difficili. In questo modo, potrai capire se imparare il russo da solo è una sfida alla tua portata o meno.
Buona lettura!
Imparare il russo da solo: è possibile?
Pur essendo una lingua difficile e complessa, con la giusta dose di tenacia e costanza ogni ostacolo può essere superato. Forse, allora, la domanda più giusta da porsi è come imparare il russo da solo?
I trucchi sono due:
- Studiare ed esercitarsi ogni giorno, anche per mezz’ora: un allenamento costante protratto nel tempo, infatti, permette di apprendere la lingua in modo progressivo e veloce;
- Utilizzare i supporti giusti: la scelta di un libro rispetto a un altro, ad esempio, può fare la differenza. La buona notizia è che, grazie a internet, i supporti utilizzabili sono molti: film, musica, libri e manuali, ora è tutto a portata di clic. Un esempio è il vocabolario online Multitran, che, oltre a funzionare molto bene, offre anche tutte le coniugazioni dei verbi.
Una volta superato il primo disorientamento, inizierai a distinguere alcuni aspetti del russo più semplici di quello che pensi. Vediamone alcuni.
Il russo imparato in autonomia: gli aspetti semplici
Partiamo allora dagli aspetti più semplici del russo, che lo rendono affrontabile in modo facile:
- la pronuncia;
- l’alfabeto;
- la mancanza di articoli;
- l’ordine sintattico;
- la forma negativa e interrogativa.
La pronuncia
Prima buona notizia: la pronuncia del russo non è difficile. Ci sono, certo, alcuni suoni che nella nostra lingua non esistono. Ma non sono difficili e, imparati quelli, vedrai che non avrai grandi difficoltà. Anche perché la pronuncia del russo, a differenza di quella inglese, è regolare e si leggono tutte le lettere.
L’alfabeto e le vocali
Sì, non mi sono sbagliato: ho inserito l’alfabeto tra gli aspetti facili del russo. Contrariamente a quanto si pensi, infatti, l’alfabeto cirillico non è complicato da imparare: è composto di lettere proprio come quello latino. A differenza, ad esempio, del caso di altre lingue orientali, per le quali è necessario imparare ideogrammi o altri simboli.
E le lettere sono 33: più delle nostre, ma non molte; per memorizzarle, quindi, basta qualche giorno.
Si tratta di 11 vocali, 20 consonanti e due lettere prive di suono. Queste trasformano la pronuncia di una lettera, rendendola dura o morbida.
Per imparare le lettere dell’alfabeto cirillico in modo veloce, ti conviene dividerle in gruppi:
- lettere scritte e pronunciate come in italiano, cioè A, K, M, O, T;
- lettere scritte in modo diverso, ma pronunciate come in italiano, o viceversa. Un esempio è la R, che in cirillico si scrive P;
- lettere che non hanno un suono corrispondente in italiano, come la Ж: una lettera con un suono gutturale e aspirato, simile al CH tedesco.
Una curiosità sull’alfabeto cirillico: deve il suo nome a San Cirillo che, con il fratello Metodio, lo elaborò a meta del IX secolo. L’operazione fu necessaria per diffondere le Sacre Scritture presso i popoli slavi, e quindi per trascrivere la loro lingua.
La mancanza di articoli
Hai capito bene: in russo non esistono gli articoli, quelle particelle che danno informazioni sui sostantivi. Questo significa anche che imparare un sostantivo non comporta il dover imparare il suo genere. Che sia femminile o maschile, infatti, non ha importanza, perché non è necessario accordare l’articolo corrispondente. Cosa che, invece, avviene col tedesco.
Ad esempio, per dire “il gatto”, in russo diremo solo “gatto”: una bella quantità di sforzi di memoria evitati!
L’ordine sintattico
In russo, l’ordine sintattico, cioè delle parole nella frase, è molto più libero rispetto che in altre lingue. Si tratta, quindi, di una lingua flessibile da questo punto di vista. L’italiano, al contrario, ha una struttura soggetto-verbo-oggetto (SOV), che si può certamente cambiare, ma che è la base di riferimento.
Il rovescio della medaglia è che la funzione delle parole, invece che dal loro ordine, dipende dai casi. E questo è uno dei punti dolenti che andremo a vedere tra gli aspetti complicati.
La forma negativa e interrogativa
Anche questi sono due aspetti molto semplici del russo: per costruire una frase negativa basta una sola parola, che corrisponde al nostro non, posta davanti alla parola da negare.
Costruire una frase interrogativa è ancora più semplice: è sufficiente solo cambiare l’intonazione della frase, e sottolineare una delle parole per dare il senso voluto.
Insomma, non ci sono costruzioni particolari, ordini di parole da ricordare o altro. In questo senso, il russo è una lingua più snella e pratica di molte altre.
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Prenota una lezione di provaIl russo imparato in autonomia: gli aspetti complessi
Veniamo alle note dolenti: il russo è considerato una lingua complicata, e non a torto. Molte, infatti, sono le persone che si arrendono davanti ai suoi meccanismi oscuri e tortuosi.
Alcune delle criticità maggiori del russo sono:
- il sistema dei casi;
- il perfettivo e l’imperfettivo;
- l’uso dei verbi di moto.
Il sistema dei casi
Come ti abbiamo anticipato, in russo la funzione delle parole nelle frasi è regolata dal sistema dei casi. In questo, la lingua assomiglia al tedesco. Nel tedesco, però, i casi sono quattro, mentre in russo sono sei:
- nominativo, il più semplice, mai accompagnato da preposizioni (Mario è un operaio);
- accusativo, il caso dei complementi diretti; che rispondono cioè alle domande “Chi? Cosa?” (Erica ha un gatto);
- dativo, dal verbo “dare”, il caso del complemento di termine; che risponde cioè alle domande “A chi? A che cosa?” (Laura parla a Mario);
- genitivo, il caso contraddistinto dalla preposizione di; che risponde alle domande “Di chi? Di che cosa?” (Il gatto è di Erica);
- strumentale, il caso contraddistinto dalla preposizione con; che risponde alle domande “Con chi? Con che cosa?” (Erica accarezza il gatto con la mano);
- prepositivo, il caso del complemento di luogo e di argomento (Il gatto è nella stanza).
Imparare a strutturare la frase con i casi, e quindi con desinenze che cambiano le parole, non è semplice. Ci vuole parecchio esercizio e uno sforzo mnemonico considerevole.
Perfettivo e imperfettivo
In russo, ogni verbo ha due versioni: il verbo imperfettivo e il verbo perfettivo.
I verbi imperfettivi sono quelli che indicano un’azione ripetuta nel tempo o prolungata. I verbi perfettivi, al contrario, indicano un’azione singola, che avviene una volta sola o che dura molto poco nel tempo.
A questa regola, fumosa e dai contorni vaghi, si aggiunge un’altra complessità: il fatto che i verbi imperfettivi hanno tre tempi verbali: passato, presente e futuro. Mentre i verbi perfettivi ne hanno solo due, passato e futuro.
Ogni verbo russo imperfettivo, quindi, deve essere studiato in coppia con il suo perfettivo, e viceversa.
Capisci bene che anche solo questa particolarità rende lo studio del russo una grande fatica. Se all’inizio non ci capisci nulla, non preoccuparti: sei in buona compagnia e ci vuole davvero parecchia pratica.
I verbi di moto
A peggiorare le difficoltà riguardanti i verbi, ci si mettono anche i verbi di moto. Si tratta di 17 coppie di verbi, tutti imperfettivi. In ogni coppia, il primo si utilizza per le azioni che avvengono nello stesso momento in cui la persona parla. Oppure che si compiono una volta o in una direzione. Il secondo verbo, invece, descrive azioni abituali, ripetute o un movimento in diverse direzioni.
A questo punto, se ti stai chiedendo come imparare il russo da solo, ti comprendiamo.
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