Alzi la mano chi non ha mai pronunciato nella sua vita una di queste parole: sushi, karate, zen e bonsai!

Se fossimo davanti a un pubblico, difficilmente di fronte a questa richiesta vedremmo qualche mano alzata. Ti chiedi perché? La risposta è semplice. Grazie alla sua fortissima identità culturale, la lingua giapponese ha esportato molti termini nelle altre lingue, compresa la nostra.

In questo nostro articolo creeremo un identikit della lingua dei samurai. E, inoltre, ti racconteremo perché fare un corso di lingua giapponese si rivela una scelta azzeccata nel mondo del lavoro.

La lingua giapponese: introduzione

Di fatto, la lingua giapponese è parlata soltanto in Giappone e in moltissime zone di immigrazione nipponica. Ma, nonostante questa diffusione relativamente limitata, il numero dei suoi parlanti ammonta a ben 126.300.000 persone. E, in più, non bisogna dimenticare che il cosiddetto Paese del Sol Levante rappresenta la terza potenza economica mondiale.

Dunque, come è stato detto, imparare il giapponese può essere un’ottima decisione per la propria carriera professionale. Per esempio, Internet è un settore in cui la conoscenza della lingua giapponese può farti avere una marcia in più. Essa, infatti, rientra tra le lingue più parlate sul web e più adoperate nell’e-commerce. Un altro settore importante è sicuramente quello della tecnologia, dove il Giappone è da sempre stato all’avanguardia.

Vantaggi professionali a parte, indubbiamente lo studio del giapponese non è semplice, soprattutto perché esso non assomiglia a nessuna lingua. Allora, per iniziare nel migliore dei modi il tuo percorso di apprendimento ti consigliamo di assumere un atteggiamento completamente nuovo. Dimentica la grammatica, la sintassi e il modo di parlare italiani, e parti per un viaggio verso una lingua diversa.

Considerazioni di partenza sulla lingua giapponese

Considerazioni di partenza sulla lingua giapponese

Sei curioso di conoscere tutte le peculiarità di questa lingua misteriosa? Prima di iniziare il tuo corso di lingua giapponese, ricorda che ti stai addentrando in un mondo enigmatico. Non mancheranno gli ostacoli da affrontare, ma la bellezza della lingua che andrai a conoscere avrà meritato ogni tuo sforzo.

Secondo le statistiche del 2022 della pubblicazione Ethnologue, la lingua giapponese si classifica ottava per numero di parlanti madrelingua. Non abbiamo molte informazioni sulla sua nascita, e il primo testo significativo sull’argomento comparve nell’VIII secolo. Questa difficoltà nello stabilirne con sicurezza le origini ha portato gli esperti a classificarla come una lingua isolata. Ovvero, a definirla priva di qualsiasi relazione con ogni altro idioma parlato nel mondo. Sicuramente, ciò rende il giapponese una delle lingue più complicate da studiare. Ma, non devi assolutamente scoraggiarti. Durante il tuo percorso di apprendimento ti renderai conto che alcune regole grammaticali giapponesi rendono la lingua più accessibile.

Senza dubbio, la parte più dura dell’apprendimento della lingua giapponese è la scrittura dei caratteri. Il sistema di scrittura nipponico è basato sugli ideogrammi kanji e sugli alfabeti sillabici hiragana e katakana. Essi sono impiegati contemporaneamente in ogni testo e talvolta in una stessa frase. I kanji sono caratteri con valore semantico e si insegnano dalle scuole elementari. L’hiragana è composto da 48 segni, ha un valore fonetico e si usa per particelle, verbi, aggettivi e nomi. Anche il katakana ha 48 segni e un valore esclusivamente fonetico. Però, si utilizza per gli stranierismi e i termini scientifici, oppure per mettere in risalto determinate parole. Inutile dire che devi studiare tutte le forme di scrittura, perché il tuo corso di lingua giapponese non può prescinderne. Ognuna di esse, infatti, è fondamentale per una corretta comprensione linguistica.

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Il registro linguistico e qualche curiosità

Superato lo scoglio della scrittura, già nelle prime fasi del tuo percorso di apprendimento potrai scoprire affascinanti peculiarità del giapponese. Una di queste è l’importanza del registro linguistico, elemento fortemente legato al contesto. Nella lingua giapponese il contesto è tutto. Difficilmente saprai come dire qualcosa, se non conoscerai i dettagli del contesto in cui si svolge la conversazione. Chiaramente, quanto più entrerai in contatto con la cultura nipponica, tanto più ti verrà facile scegliere il registro giusto.

Tra le altre curiosità sulla lingua giapponese si annovera l’abbondanza di termini omofoni. Ossia di parole che hanno la stessa pronuncia ma un significato diverso. Alcuni termini hanno addirittura otto definizioni specifiche e un’unica pronuncia. Per chiudere questa veloce carrellata di particolarità, ci piace segnalare un’abilità dei madrelingua giapponesi. Ci riferiamo alla loro rapidità nel parlare, poiché alcuni studi hanno certificato che sono in grado di pronunciare circa otto sillabe al secondo. Se vuoi saperne di più su questa particolarità nipponica, ti consigliamo questo articolo sulla velocità di eloquio nelle diverse lingue.

Caratteristiche della lingua giapponese

Prima di scendere nel dettaglio con alcune tabelle, ti diamo altre informazioni imprescindibili per il tuo corso di lingua giapponese. Innanzitutto, per poter scrivere correttamente devi sapere che la lingua giapponese è composta da cinque fonemi vocalici e ventisei consonantici. Per quanto riguarda la formazione della frase, essa segue regolarmente lo schema SOV, cioè soggetto, oggetto e verbo. Già da qui, dunque, puoi vedere una differenza fondamentale con l’italiano, ovvero la collocazione del predicato verbale alla fine dell’enunciato.

Logicamente, il verbo, l’oggetto e il soggetto rientrano tra le cinque parti del discorso presenti nella lingua giapponese. Le altre due sono l’avverbio e la particella. Partendo da queste categorie, abbiamo raccolto in questa tabella alcune caratteristiche linguistiche essenziali:

NON ESISTONO IL GENERE E IL NUMERO NON ESISTE LA SPAZIATURA TRA LE PAROLE SOLITAMENTE IL SOGGETTO È SOTTINTESO
Non esistono nomi femminili o maschili, né singolari o plurali. Quindi, dire gatto – neko – equivale a dire gatta, gatti o gatte. Gli spazi sono resi superflui dalla sillabazione precisa e dai sistemi di scrittura. Particelle, desinenze verbali ed espressioni agevolano la comprensione senza bisogno di spazi. Quando è desumibile dal contesto, il soggetto può essere tranquillamente omesso.

Approfondimenti

GENERE E NUMERO

  • Nella lingua giapponese il problema del numero viene risolto dai suffissi chiamati classificatori. Essi servono per contare le cose in base al loro aspetto fisico o alla loro categoria di appartenenza. Invece, la distinzione di genere non esiste neanche come concetto astratto. La lingua è costruita come se tutto fosse neutro.

LA SPAZIATURA

  • Gli spazi sono stati introdotti soltanto recentemente per favorire l’apprendimento dei bambini e degli studenti che iniziano dagli alfabeti sillabici. Come abbiamo detto, l’alternanza dei sistemi di scrittura permette che l’alternanza delle parti del discorso sia distinguibile anche senza spazi.

IL SOGGETTO

  • Poiché nella lingua giapponese è fondamentale comprendere il contesto, se è intuibile da questo il soggetto si può sostanzialmente sottintendere. Ad esempio, benché ci siano dieci modi diversi per dire “io”, il pronome viene usato con parsimonia. Ciò accade perché secondo i madrelingua, se sai parlare bene, non ti serve dare un’accezione “individualista” alle tue espressioni. Con il tuo corso di lingua giapponese, infatti, scoprirai anche che stai studiando una lingua più collettivista che individualista.

Altre caratteristiche della lingua giapponese

Nella tabella qui di seguito abbiamo inserito per te altre due caratteristiche della lingua giapponese:

NON C’È CONCORDANZA TRA VERBO E NOME NON ESISTE IL FUTURO
A prescindere dalle persone, il verbo si coniuga sempre allo stesso modo. Gli unici tempi verbali sono il presente e il passato. Ovviamente esistono alcune forme per esprimere la sfumatura del futuro.

Approfondimenti

MANCATA CONCORDANZA

  • Per esempio, nella lingua giapponese “io mangio” e “lei mangia” si traducono praticamente nello stesso modo. Ovvero, “watashi wa tabemasu” (io) e “kanojo wa tabemasu” (lei). Come puoi vedere il verbo è identico, come pure la particella legata al soggetto.

ASSENZA DEL FUTURO

  • Oltre ai verbi, anche gli aggettivi nella lingua giapponese vengono coniugati al presente e al passato. Il futuro concretamente non esiste, ma si può parlare al presente per indicare un verbo al futuro. Per esempio, ciò si può fare come in italiano quando siamo sicuri di fare qualcosa. Altri due modi di costruire il futuro sono il futuro supposto e il futuro incerto. Nel primo caso si fa una supposizione, mentre nel secondo si usa la forma ipotetica del verbo introdotta da “forse”.

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Come abbiamo dimostrato, la lingua giapponese è fortemente legata al registro e al contesto. Di conseguenza, un viaggio nel Paese del Sol Levante è la scelta ideale per impararla e parlarla fluentemente. Vuoi capire perché i giapponesi non dicono “no” o non usano il verbo “dovere”? La soluzione migliore è conoscerli da vicino! Difficilmente un libro di testo potrebbe spiegarti fino in fondo tutte le sfumature extralinguistiche.

Di certo sappiamo che non è un gioco da ragazzi andare in Giappone a studiare. Dunque, ti proponiamo un’alternativa: un corso di lingua giapponese su italki! Sulla nostra piattaforma potrai scegliere il tuo professore di giapponese per iniziare il tuo affascinante viaggio nella lingua dei samurai. In più, sempre sulla nostra piattaforma potrai scoprire altre peculiarità degli alfabeti sillabici di cui abbiamo parlato. A tal proposito, ti consigliamo questo articolo di approfondimento: “Katakana: cosa significa in giapponese?”

Meta-title: Quali sono le caratteristiche della lingua giapponese?

Meta-description: La lingua giapponese: una lingua lontana da noi e davvero enigmatica. Scopriamo insieme le sue caratteristiche principali e qualche suo tratto distintivo.

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