Oltre ad essere una delle lingue più diffuse al mondo, il portoghese è anche una delle preferite dagli italiani. Sembra proprio che sentiamo una sorta di attrazione e vicinanza con questa lingua; forse perché molti di noi hanno parenti emigrati in Brasile o, probabilmente, influisce molto anche l’attrazione che esercita la cultura portoghese: il carnevale di Rio, le musiche come samba, bossa nova e Fado, la letteratura magica di autori come Josè Saramago… Sono tutte immagini e suoni stampati nella nostra memoria, che ci hanno fatto e ci fanno rinnamorare della lingua portoghese.
Imparare il portoghese, però, non è così semplice come potrebbe sembrare di primo acchito. Certo, è una lingua indoeuropea romanza, che deriva cioè dal latino, come l’italiano, il francese e lo spagnolo. Proprio a causa di questa parentela, dunque, ci sono diverse somiglianze fra tutte queste lingue: in primis, strutture grammaticali che si ripetono e alcune parole che sono simili.
La pronuncia della lingua portoghese: cose da sapere
La parte complicata, invece, è la pronuncia della lingua portoghese. Secondo alcuni studi, il portoghese avrebbe più di 3000 fonemi: è la lingua europea più ricca da questo punto di vista. La pronuncia di alcune vocali, poi, è nasale e difficile per chi è abituato a pronunce dolci; o meglio, più dolci, come quelle dell’italiano o del francese. Inoltre, il portoghese del Portogallo e quello brasiliano hanno delle pronunce molto differenti tra loro, al punto tale che si può parlare di varianti linguistiche diverse. In Brasile, infatti, la lingua è più dolce e cantilenante, mentre il portoghese europeo è più gutturale e chiuso.
In questo articolo vedremo le particolarità della pronuncia della lingua portoghese. Prima di iniziare, però, ti consigliamo un alleato per la pronuncia portoghese e di altre lingue: si tratta di Forvo, un portale dedicato alla pronuncia di tutte le parole nelle principali lingue.
Buona lettura!
Il sistema delle vocali
Le vocali sono 5, come in molte lingue europee, ovvero a, i, o, u, e. In realtà, però, la questione non è così semplice. Anzi, rischia di farti scoraggiare!
Prima di tutto, vanno fatte delle distinzioni in materia di accenti. Infatti, ogni vocale può avere coloriture differenti a seconda dell’accento, definitore d’intensità. Avremo, quindi, una pronuncia forte in presenza dell’accento, che si contrappone a una pronuncia chiusa e atona in sua assenza.
Quindi, à, á, â, ã, è, ê, í, ó, õ, ú possono essere di fatto considerate come vocali a parte; questo perché la loro pronuncia è assai diversa dalle vocali originali.
Avrai notato poi come esistano anche accenti che non sono diffusi in altre lingue: l’accento circonflesso (^) e la tilde (˜). Il primo indica un suono riprodotto con la bocca più chiusa, mentre la seconda un suono più nasale.
In conseguenza a tutto questo, ci sarà una grande varietà nella pronuncia delle vocali:
- A si pronuncia in modo sempre aperto;
- E può corrispondere a quattro fonemi: suono aperto, chiuso, molto chiuso (come la “e” muta del francese) o il suono di una “i” breve;
- I è sempre lunga, e può avere due pronunce: una detta “bagnata”, simile a un “gl” accennato, oppure quello di una “e” muta;
- O può essere atona, e si legge quasi come una “u”, oppure tonica: in questo caso si legge normalmente;
- U, infine, ha un solo suono, che corrisponde a quello della “oo” (look) inglese.
In genere, poi, quando sono seguite da M o da N, le vocali tendono ad essere pronunciate più aperte.
Non proprio semplice, vero? L’unico modo per imparare le differenti pronunce delle vocali è la pratica continua.
Le consonanti che cambiano suono
Molte consonanti si pronunciano come in italiano, e la H è muta. Alcune, però, hanno dei comportamenti anomali. Vediamoli insieme:
- la lettera C cambia in base alla vocale che la segue: seguita da A, O, U si pronuncia /k/, mentre seguita da E e I si pronuncia /s/;
- la lettera G funziona come la C: cioè se seguita da A, O, U si pronuncia /g/; mentre seguita da E e I si pronuncia /ʒ/, come la seconda nella parola “garage”;
- anche la lettera J si pronuncia come /ʒ/, alla francese;
- la lettera D, se seguita da I o E (a fine parola), si pronuncia /dj/, un po’ come in “jogging” (nel portoghese del Brasile);
- la lettera R ha tre pronunce differenti: se si trova a inizio parola, si pronuncia come una H aspirata (in modo simile al tedesco); se è in mezzo alla parola, viene arrotondata e, in particolare, se è tra due vocali assomiglia a una D; infine, se è doppia, può essere pronunciata o in modo molto marcato, o come una H aspirata;
- la lettera S si pronuncia /s/ quando è a inizio parola o quando è doppia; si pronuncia invece /z/ quando è tra due vocali o a fine parola, e la parola successiva inizia con vocale;
- la lettera T, se è seguita da I o E ed è a fine parola, viene pronunciata /tsh/: con un suono simile, insomma, alla parola “match” in inglese; o alla /c/ dolce italiana (nel portoghese del Brasile);
- la lettera Z si pronuncia /zs/ all’inizio di parola o fra vocali, /s/ quando è a fine parola.
La lettera Ç
Come in tedesco esiste la lettera Eszett, anche in portoghese abbiamo una strana lettera collegata alla S. Si tratta di una C, con un simbolo sotto, chiamato “cediglia” (o “cedilha”, in portoghese). Ma niente paura: non c’è nulla di difficile. Infatti, molto semplicemente, la C con la cediglia si pronuncia come una /s/.
I gruppi di consonanti
Nella pronuncia della lingua portoghese ci sono alcune consonanti che, quando sono unite in gruppo, si pronunciano in modo particolare. Questi gruppi non sono molti, in realtà, ma si trovano di frequente. Si tratta di:
- CH, che si pronuncia in modo corrispondente al suono italiano di “scindere”;
- LH, che si pronuncia come una doppia L in spagnolo: cioè a metà via tra una doppia I e il GL di “travaglio” in italiano;
- NH, che equivale al suono del GN italiano, come in “gnomo”; ma pronunciato in modo leggero, facendo sentire molto poco la G;
- ÇC, che equivale al suono /ks/;
- XC, che si pronuncia come la /s/ di “sasso”.
I gruppi di vocali
Allo stesso modo si comportano alcuni gruppi di vocali. L’aspetto difficile, in questo caso, è che i suoni corrispondenti non esistono in italiano o in spagnolo. Sono, invece, in parte simili ad alcuni suoni del francese. Si tratta di suoni molto nasali e, per pronunciarli, un trucco è quello di far finta di essere raffreddato! Vediamoli insieme:
- ÃE: la pronuncia di questo gruppo vocale è veloce e inizia con /a/, ma poi vira verso il suono /en/ nasale;
- ÃO: anche in questo caso la pronuncia inizia con una /a/, ma poi gira verso il suono /on/ chiuso;
- ÕE: la pronuncia inizia con il suono /o/, per virare veloce verso il suono /in/.
I dittonghi
Anche i dittonghi nell’elenco qui di seguito hanno dei comportamenti particolari. In questo caso, però, assomigliano di più allo spagnolo, e forse per questo ci sembrano più familiari. Eccoli:
- GUE e GUI corrispondono all’italiano “ghe” e “ghi”;
- QUE e QUI, allo stesso modo, hanno una pronuncia equivalente all’italiano “che” e “chi”.
La lettera X
La lettera X corrisponde al mistero, e mai come nel caso della pronuncia della lingua portoghese questo è vero! Scherzi a parte, purtroppo questa lettera ti farà impazzire: si può pronunciare, infatti, in ben 4 o 5 modi diversi: /kh/, /ks/, /s/ e /sh/. Per questo, piuttosto che regole confuse, è più semplice imparare la pronuncia della singola parola ogni volta che la incontri.
In ogni caso, forse la pronuncia più diffusa della X è quella che corrisponde all’italiano “sci” (come in scivolo).
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Speriamo che questa guida sulla pronuncia della lingua portoghese ti sia stata utile: abbiamo provato a essere il più esaurienti possibile.
Se stai studiando il portoghese, però, questo nostro articolo potrebbe non essere sufficiente: esercitare la pronuncia portoghese, infatti, è un processo che richiede un allenamento lungo e costante. Ed è complicato da fare in autonomia, anche perché non sarai mai sicuro della bontà del risultato finale.
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